Lo stocastico è un indicatore appartenente alla famiglia degli oscillatori che viene utilizzato per identificare la tendenza che sta sviluppando il prezzo di uno strumento finanziario.
Si tratta di un oscillatore molto popolare tra gli investitori che operano online.
L’oscillatore stocastico viene utilizzato per identificare possibili punti di entrata e di uscita in base alla differenza tra l’ultimo prezzo di chiusura e il prezzo più alto e più basso registrati dal titolo all’interno di un determinato intervallo temporale.
Come l’RSI, l’oscillatore stocastico determina livelli di ipercomprato e ipervenduto in una scala percentuale da 0 a 100, e viene utilizzato per prevedere potenziali inversioni di tendenza.
Come viene costruito l’oscillatore stocastico?
La costruzione dell’oscillatore stocastico si basa sull’assunzione teorica che:
a) in una fase di mercato rialzista i prezzi di chiusura (giornalieri) tendono a collocarsi in prossimità dei prezzi massimi registrati durante il periodo considerato;
b) in una fase di mercato ribassista i prezzi di chiusura (giornalieri) tendono a collocarsi in prossimità dei prezzi minimi registrati durante il periodo considerato.
Lo stocastico si compone di due linee (chiamate %K e %D) che vengono calcolate sulla base di diversi intervalli temporali.
dove:
- C rappresenta l’ultimo prezzo di chiusura;
- Ln rappresenta il prezzo più basso registrato all’interno di “n” periodi;
- Hn rappresenta il prezzo più basso registrato all’interno di “n” periodi;
dove:
- Hm rappresenta la somma degli ultimi “m” giorni di (C-Ln);
- Lm rappresenta la somma degli ultimi tre giorni di (Hn-Ln);
- di modo che %D viene a rappresentare la media mobile a “n” periodi di %K.
Come viene interpretato l’indicatore stocastico?
L’interpretazione è la seguente:
- quando il prezzo di chiusura si situa vicino al massimo del periodo considerato, l’oscillatore si avvicinerà alla zona 80-100%, e ci troveremo in una fase di ipercomprato;
- quando il prezzo di chiusura si situa vicino al minimo del periodo considerato, l’oscillatore si avvicinerà alla zona 0-20%, e ci troveremo in una fase di ipervenduto.
Vediamo qualche applicazione pratica con i futures USA.
Esempio di oscillatore stocastico calcolato sul futures E-mini S&P 500
Vediamo un primo esempio con il futures sullo S&P 500 di CME Group:
Quando l’oscillatore supera il livello di 80 e poi ritorna a valori inferiori a 80 si genera un segnale di vendita, mentre quando l’oscillatore si sposta al di sotto del livello di 20 e poi torna sopra 20 viene generato un segnale di acquisto. Quando, invece, l’oscillatore stocastico si mantiene attorno a valori di 50/60 ci aspetteremo un movimento di prezzo “laterale”, senza una tendenza definita.
Sebbene, tuttavia, le probabilità di un’inversione di tendenza aumentino nei casi indicati sopra, non significa che detta inversione avvenga immediatamente e automaticamente.
È importante osservare una certa cautela nell’operare sui mercati finanziari, diversificando ed evitando leva eccessiva.
Esempio di oscillatore stocastico calcolato sul futures E-mini Nasdaq
Passiamo ora a un secondo con il futures sul Nasdaq 100 di CME Group:
Ci troviamo in una situazione molto simile a quella dell’esempio precedente.
Come possiamo vedere osservando i quadrati blu del grafico, infatti, quando l’oscillatore supera al rialzo (ribasso) il livello di 80 (20), per poi rientrare al di sotto (sopra) di detto livello aumentano le probabilità che il prezzo si muova in direzione opposta a quella “di provenienza”.
Ciononostante, sottolineiamo una volta di più che, anche se la probabilità di un’inversione di tendenza aumenta al verificarsi di una “rottura” con successivo “rientro”, ciò non significa che esista una causalità diretta e necessaria.
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