L’Ultimate Oscillator, come il %R, è un oscillatore ideato da Larry Williams.
Si differenzia dagli oscillatori tradizionali perché combina tre diversi periodi di osservazione dei prezzi allo scopo di individuarne con maggior precisione le fasi di inversione del trend.
I tre periodi sono settati di default a 7, 14 e 28, per monitorare differenti ampiezze temporali.
Il calcolo si basa sull’individuazione della cosiddetta “pressione in acquisto” (Buy Pressure) attraverso i seguenti passaggi:
- calcolo del True Low[1] = minimo tra minimo al tempo (t) e chiusura al tempo (t-1);
- calcolo della Buy Pressure = chiusura al tempo (t) – True Low al tempo (t);
- calcolo del True Range = massimo (il più alto fra il massimo corrente e la chiusura precedente) – minimo (il più basso fra il minimo corrente e la chiusura precedente);
- somma della Buy Pressure degli ultimi “n” periodi, dove la Buy Pressure si calcola sottraendo la chiusura della seduta dal minimo della stessa o dalla chiusura precedente, a seconda di quale delle due sia la più bassa;
- somma dei True Range dei tre periodi = TR (t) + … + TR (t-p1);
- calcolo del Raw Ultimate Oscillator: RawUO = 4 * [somma BP (p1) / somma TR (p1)] + 2 * [somma BP (p2) / somma TR (p2)] + [somma BP (p3) / somma TR (p3)];
- calcolo dell’Ultimate Oscillator: UO = 100 * [RawUO / (4 + 2 + 1)].
Per chi non lo sapesse, il True Range corrisponde al più ampio tra questi tre valori:
- differenza tra massimo e minimo dell’ultima seduta;
- differenza tra massimo dell’ultima seduta e prezzo di chiusura della seduta anteriore;
- differenza tra prezzo di chiusura della seduta anteriore e minimo dell’ultima seduta.
L’UO, così come lo stocastico e l’RSI, serve a individuare aree di ipercomprato e ipervenduto.
Uno dei principali utilizzi dell’Ultimate Oscillator si basa sulle divergenze tra prezzo e indicatore.
Quando i prezzi segneranno un nuovo massimo in corrispondenza di un valore dell’oscillatore in ipercomprato, ma inferiore al massimo della sessione precedente, allora sarà molto probabile un’inversione ribassista.
Viceversa, quando avremo un nuovo minimo in corrispondenza di un valore dell’oscillatore in ipervenduto, però in fase crescente, avremo le probabilità più elevate per un’inversione rialzista.
Un secondo utilizzo dell’UO è dato dalla possibilità di aprire posizioni rialziste nel momento in cui l’oscillatore esce dall’area di ipervenduto.
Analogamente, apriremo posizioni ribassiste quando l’UO uscirà dall’area di ipercomprato.
Nell’esempio di Figura 2, l’apertura di una posizione corta avviene al formarsi di un nuovo massimo a 5 giorni dell’UO vendendo sul minimo della candela precedente meno la metà del suo True Range (Fig. 2).
All’operatività citata, potremmo poi aggiungere un cosiddetto filtro di trend: al di sopra della media ponderata a 100 giorni apriremo solo posizioni rialziste e viceversa.
Spieghiamo il ragionamento alla base del filtro.
Se è vero che in una fase di forte ipercomprato scatteranno prese di profitto per monetizzare i guadagni, in un mercato bullish avremo buone possibilità di profitto comprando su un supporto.
I prezzi hanno una certa inerzia e chi ha venduto qualche tempo prima approfitterà della discesa per ricomprare a prezzi migliori.
I prezzi cercano sempre di riprendere la direzione del trend primario.
Se i compratori riusciranno ad avere ancora il sopravvento sui venditori, allora riusciranno a portare i prezzi al di sopra del massimo relativo precedente, dove prenderanno profitto di nuovo.
Le uscite sono date semplicemente da un nuovo massimo a tre giorni dell’UO nel caso long e da un nuovo minimo nel caso short.
[1] Il True Low è il minimo della barra corrente o quello della barra che lo precede, se inferiore ad esso
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