Le Big Tech sono diventate “troppo grandi” per il mercato

L’enorme capitalizzazione raggiunta dalle Big Tech USA, oggi conosciute come le “Magnífiche Sette” (Apple, Microsoft, Nvidia, Amazon, Meta, Tesla e Alphabet) sta generando preoccupazione.
Nella prima parte dell’anno l’indice Nasdaq 100 ha registrato un incremento del 40%, a fronte del “modesto” +15% del più diversificato S&P500.
La performance delle “Magnifiche Sette”, artefice del citato rialzo, ha fatto lievitare la preoccupazione relativa alla scarsa diversificazione dell’indice Nasdaq 100.
Tra i distinti prodotti finanziari che permettono di operare sul Nasdaq 100, si distinguono i futures E-mini Nasdaq 100 e Micro E-mini Nasdaq 100 (https://www.ibroker.it/Costi-E-Condizioni/Futures-E-Opzioni).
Ma torniamo alle Big Tech.

Oltre le Big Tech

L’eccessiva concentrazione scatta quando i titoli con un peso superiore al 4,5% dell’indice raggiungono in aggregato il 48% dello stesso.

Ciò è avvenuto con il Nasdaq 100, il che ha portato il Nasdaq a prendere contromisure, ovvero un ribilanciamento straordinario dell’indice.

Nello specifico, verrà modificato il criterio di ponderazione delle azioni che lo compongono, riducendo la citata concentrazione e redistribuendo i pesi delle singole azioni.

Prima d’ora, un simile ribilanciamento del Nasdaq 100 si era registrato in due occasioni.

Nel 1998 Microsoft e Intel erano divenute troppo grandi perché un ETF basato sull’indice potesse qualificarsi come società di investimento regolamentata.

Nel 2011 il peso di Apple venne tagliato dal 20% al 12%.

Il ribilanciamento arriva al culmine di un movimento di forte crescita del Nasdaq 100, che lo ha portato a riavvicinarsi a massimi storici di fine 2021.

Attualmente, la capitalizzazione congiunta delle “Magnifiche Sette” rappresenta all’incirca il 55% dell’intero Nasdaq 100, ragione del ribilanciamento speciale di cui stiamo parlando.

Qual è l’obiettivo del ribilanciamento?

Pur senza dettagli precisi su come avverrà il ribilanciamento, risulta chiaro fin d’ora quale sia la finalità dello stesso.

L’obiettivo è quello di ridurre il peso complessivo delle azioni maggiormente capitalizzate ben al disotto del 48% citato in precedenza (probabilmente del 40%).

Il provvedimento avrà ovviamente un impatto sui portafogli dei fondi comuni ed ETF indicizzati all’indice Nasdaq 100 (https://indexes.nasdaq.com/docs/Methodology_NDX.pdf).

Cosa possiamo aspettarci?

Va detto che, sulla scorta di quanto avvenuto in occasione dei due ribilancimenti speciali anteriori, non ci aspettiamo che l’impatto sia particolarmente significativo.

A ciò fa pensare anche la underperformance relativa del Nasdaq 100 di questi ultimi giorni, dovuta appunto agli aggiustamenti di ETF e fondi indicizzati.

Quando avverrà il ribilanciamento?

Il ribilanciamento avverrà sulla base delle azioni in circolazione al 3 luglio 2023, ed entrerà in vigore prima dell’apertura del 24 luglio 2023.

Nonostante qualche incertezza, non ci si aspetta che il ribilanciamento del Nasdaq 100 possa avere un impatto rilevante sulle quotazioni raggiunte dalle borse USA.

E ciò, come possiamo apprezzare dal grafico sottostante, pur trovandoci a livelli molto prossimi ai massimi storici raggiunti dall’indice a fine 2021.

Fonte: iBroker – TradingView

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